C’è vita intelligente nello scomparto dei surgelati

Il termine razionalità viene dal latino, la sua radice significa ragione, motivo, senso…ed indica l’essere in una logica consequenziale e stabilita. Nel quotidiano indica il comportarsi in maniera equilibrata. Ma cos’è l’equilibrio?..dove risiede?…in cosa nasconde le sue complicate dinamiche?…e ancora…quale semplice logica dovrebbe essere in grado di stabilire come raggiungerlo?…anche se lo desiderassi con tutte le mie forze, anche se tendessi ad esso con eccezionale forza d’animo e straordinario coraggio…so bene che il percorso che dovrei intraprendere, per arrivare a quella cima di serenità, benessere, pace, ma soprattutto imperturbabilità, è faticoso, interminabile, zeppo di ostacoli e arduo. L’altroieri era la Festa del Sorriso. Attraverso quante Feste del Sorriso dovró passare, affinchè io riesca a trovare il mio equilibrio?…e se non lo trovassi mai?…faccio entra ed esci da uno stato di dormiveglia nel quale non riesco a rendermi conto di cosa sia reale e di cosa, in realtà, non lo sia. Pessimismo, rancore, malinconia…sono solo dei minuscoli tasselli di un mosaico assai più contorto del quale continuo a smarrire i pezzi….e no, ovviamente non ho la figura sulla scatola per aiutarmi a comporlo e per ottenere un riferimento concreto. Mi rendo conto di perdermi in me stesso. Di smettere di star male e ricominciare inesorabilmente…come se il dolore fosse parte integrante della mia condizione esistenziale. Come se il percorso citato poco fa avesse anche i contorni e le caratteristiche di un perpetuo conflitto tra istinto e ragione, e mi spingesse a fare un passo in avanti e due indietro…perchè concedo a me stesso di respirare quest’aria inquinata dal cattivo umore, tempestata da venti di dubbio e sofferenza e vincolata dalla certezza che questa introspezione serva solo a creare e mantenere quella maschera che giorno dopo giorno mi serve per sopravvivere? Ne ho davvero bisogno?…nascondere il capo sotto la sabbia è illogico. Io devo camminare a testa alta, scevro dalle incertezze e forte di ció che sono realmente. Io sono tutto, posso essere tutto e sono capace di tutto. Quando riusciró a rendermene conto, forse, avró legittimato quella consapevolezza che adesso avverto solo in maniera timida e latente. Ma intanto c’è, comincia ad esistere e a far sentire la sua presenza. Ho fame, sarà meglio controllare se in freezer è rimasta qualcosa. Ecco: istinto ed emozione, congelati entrambi.

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