Alla porta di chi sorride, fortuna giunge

Da che mondo è mondo, nel confinato territorio della nostra percezione fisica, quella lì è…e resta pur sempre un’apertura che permette il passaggio da un ambiente all’altro. Easy come definizione, non altrettanto come significato. Non è necessario fraintendere un gesto talmente semplice e così orgogliosamente coraggioso, pulito, sincero. E’ quello che è. Anzi, possiede un valore che va ben oltre le pleonastiche o forzate giustificazioni della nostra psiche. Nessuno di noi è equipaggiato con il terzo occhio, quello del discernimento e per raggiungere il desiderio di riuscire donare un senso a ciò che è parte della nostra essenza, facciamo uso di un mero agglomerato di tessuto muscolare striato chiamato…si, esatto. Proprio chiamato in quel modo. Come spiega assai efficacemente la teoria di Mr.Viktor Navorski from Krakozhia a proposito del lascia-passare color verde chiaro, viatico per tirarsi fuori dal suo Terminal, le mie speranze che “quella” porta si apra sono… come dire…fifty-fifty. Lo so, è un modo assai edulcorato di vedere come stanno le cose, ma a volte è l’unico conforto che il mio animo riesce a concedersi, oltre che un disco dei Porcupine Tree oppure 30gr. di mandorle ancora non sgusciate, ma quelli è come se non contassero, perché sono sollievi rispettivamente per la mente e per il palato. Ecco, appunto..gli equivoci, i fraintendimenti dovrebbero stare solamente lì, disegnati su un gustoso Cucciolone Algida..e non piantare una tenda nel Camping “Mente Sfiduciata”. Coraggio, Lù. Le risposte arriveranno. Lo so che there is darkness all around, ma tu cùcchiti ndù pancione.

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