Stringiamci, senza la “o”

Oggi ho avvertito un sentimento impopolare: ho immaginato di poter stare in silenzio in un luogo segreto, tranquillo, in cui potessi ascoltare soltanto il mio respiro. Se esiste una cosa che tutta questa terrorizzante esperienza ci sta insegnando, è che in realtà facciamo finta di essere uniti, ma rimaniamo ancora distanti. E non parlo di lontananza in senso fisico, in primis siamo distanti da noi stessi. Non ci conosciamo a fondo, obbediamo soltanto a delle stupide leggi di bisogni da soddisfare, cose da possedere o fuggevoli e pre-confezionate sensazioni da avvertire. Idolatriamo modelli e stili di vita che guardiamo con interesse e a volte con invidia, pensando cosa faremmo noi se avessimo un conto in banca con tanti zeri, un fisico perfetto, un’automobile con la sesta marcia, una villa con piscina…e via dicendo. Ma a che cazzo ci servono? Ad inseguire ciò che una società viziata e priva di valori ci ha insegnato a cercare a tutti i costi, trascurando quelle che sono le nostre esigenze tangibili e soprattutto i nostri desideri reali? Mettersi sugli attenti per obbedire a questi bisogni equivale a diventare loro schiavi. Con tutto ciò che ne consegue, compresa la delusione e la frustrazione per non riuscire ad ottenerli.

lu billu

[non ce spizzica mancu lu billu]

Amorevole confidenza per tutti i miei compatrioti che cantano “corte” al posto di “coorte” (che Dio v’abbia in gloria, li mortacci vostri): Andate in palestra non per stare in forma o per fare sport a livello agonistico, ma perchè avete bisogno di essere solamente animali sociali, perchè in realtà non avete la dote o non sapete coltivare nessun interesse che sia frutto del vostro estro. Vi sfoltite le sopracciglia, vi inschiostrate la pelle inseguendo un trend e non una filosofia, vi comprate abiti firmati e modaioli (spessissimissimo di dubbio gusto) spendendo montagne di soldi, postate foto a petto nudo su instagram e poi siete dei sub-microfalli, per giunta con un cervello che farebbe sentire un tacchino rosso delle Ardenne come Albert Einstein e sfoggianti un italiano rassicurante quanto quello dell’onorevole Cetto La Qualunque.

dov'è la vittoria?

[dov'è la vittoria?]

Avete abbondantemente googlato la parola “infodemia”? È quello che vi sta succedendo. Non leggete i giornali, né cartacei né web, non approfondite la sorgente delle informazioni che investono i vostri sensi, vi accontentate di guardare di sfuggita sulla timeline dei vostri Social preferiti un’anteprima di una fake news per ergervi a giudizio degli altri, per contaminare i vostri acefali adepti, per inquinare le coscienze altrui (fuorviandole, tra l’altro) e per ostentare una superficialità che onestamente – come esseri umani – potevate agilmente evitare con un minimo di studio e di ricerca, di accuratezza, di approfondimento e di dedizione..ma probabilmente i compiti in classe li copiavate pure, perchè non eravate neanche buoni a compiere dei sacrifici basici, essenziali. Ne sono consapevole, sveglio e desto come la mia Italia..con la differenza che a me l’elmo di Publio Cornelio Scipione serve per proteggermi dalle cazzate che vi sento sparare.

Due più due

[..la matematica, contata su cinque dita]

Fateci caso, curiosamente è anche il riflesso di ciò che accade attualmente nel marasma di questa emergenza sanitaria globale. Un nutrito mucchietto di generazioni che combatte la propria battaglia contro un nemico invisibile. Vi viene chiesto il semplice sacrificio di starvene a casa per salvare il mondo. Un compito di default, tipo test di ingresso di inglese, un assignment tanto semplice quanto fondamentale..e neanche quello riuscite a fare. E non è una questione di ignoranza, ma solo di attitudine. Perchè è nel vostro DNA di infischiarvene degli altri, di non rispettare le leggi, di trovare sempre un escamotage, di mostrare orgoglioso menefreghismo, perchè è figo trasgredire, non attenersi ai precetti, non osservare le regole, perchè voi non siete delle pecore che pascolano in gregge, ma dei leoni con la T maiuscola. (No, non è un errore di digitazione, usate la fantasia.. nella lontana ipotesi che ne siate dotati, certo..). Fare il proprio dovere.. È davvero così complicato, cazzo..ma neanche mamma e papà ve l’hanno insegnato? Ma allora quel tacchino di prima lo volete far sentire veramente meritevole del premio nobel per la Fisica.

signora, ccà iè 'u poccu

[Alfio: «signora, ccà iè 'u poccu»]

Oggi ho sentito un uomo (davvero un brav’uomo, ve lo garantisco) che parlava di attitudine al possesso e poi anche di creatività, contrapponendoli fortemente. Da una parte questo sfrenato modus operandi degli accumulatori compulsivi, morbosamente dedito all’autoreferenzialità, alla tendenza ad accaparrare per sé, alla sete di possedere, di controllare, di avere, avere, avere e ancora avere, senza comprendere che in realtà si tratta di una forte limitazione, prima di tutto mentale. Certo, perchè non parlo solo di elementi palpabili, ma anche immateriali come attenzioni, cure, interesse affettivo, coccole, adulazione, miao, bau, squit, tweet, cip e ciop e spic & span.

Dall’altra parte, invece, l’avere un intelletto votato alla creatività, significa mettere a disposizione la stessa, con altruismo, ad uso e consumo (e giovamento) anche del prossimo.. coinvolgendo, unendo, congiungendo, condividendo, aggregando, mettendo qualcosa in comune. Rendendo partecipi gli altri e provando un’infinita gioia intrinseca, una felicità emotiva assolutamente non quantificabile attraverso alcun sistema.

tic-tac, tic-tac..

[tic-tac, tic-tac, tic-tac...]

Ogni favola ha il suo lieto fine, lo so. Io però non sono Morpheus, che – previo ingerimento pillola rossa preliminare – vi dà uno spintone nella tana del bianconiglio per farvi accorgere che la vostra presenza su questo pianeta è del tutto inutile…naaaaaa, non sono proprio nessuno per giudicare. Dico solo che sarebbe ora che faceste uno sforzo per combattere una Guerra altrettanto importante, che è quella contro il vostro stesso egoismo, una maestosa divinità alla quale siete votati con una Fede che travalica qualsiasi altra passione, interessamento e partecipazione. Possibile che il tornaconto, la convenienza, l’utile, il profitto, il vantaggio.. siano le uniche norme che riconoscete, gli unici comandamenti che venerate?

Fever Dog

[..non è buffo? La verità ha un suono diverso..]

Non sono incazzato, sono solo deluso. Ma la gentilezza dov’è finita? La cortesia, la generosità, la filantropia, la dolcezza di un sorriso sincero, spontaneo, disinteressato.. l’abnegazione, il rispetto del prossimo… che fine hanno fatto? Possibile che esistano solo scopi reconditi, secondi fini e becera dietrologia? Oh, guardate che in “Almost Famous” la mamma del piccolo William alla fine dice a Russell Hammond «…C’è ancora speranza per te..», dopo tutto quello che aveva combinato.. si, perchè esiste per tutti la possibilità di aprire gli occhi e di svegliarsi. Per tutti.

Stiamo continuando a sprecare tempo preziosissimo. Forse serviva una catastrofe planetaria come questa per rendersi conto che sarebbe ora di smetterla di far finta che esistiamo solo noi – come singole entità – insieme con le cose per le quali nutriamo un interesse esclusivamente materiale, opportunistico ed effimero. Nel bosco esiste anche un sentiero meno battuto. Non siamo un agglomerato di universi isolati..siamo esseri umani, non egocentrici ed insensibili automi capaci solo di preoccuparsi del proprio benessere..ma individui straordinari, meccanismi sublimi, sistemi perfetti..idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto, calcio e fosforo…mescolati con ordine, non caoticamente. Sapientemente assemblati con un solo intento, quello di Amare. Whatever it takes.

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