La frustrazione dei mattoncini Lego

Quanto è difficile nascondere le tue emozioni a chi ti vuol bene. Inevitabilmente i tuoi occhi mentono..e quando non sono loro a doverti fare da specchio, anche il tuo animo, nero e desensibilizzato dai valori, è permeabile dall’intuito di chi sa come scavalcare determinate, familiari barriere..ed è un esercizio piuttosto meschino doversi abituare a questo allenamento..a cercare, con ogni mezzo gentile, di mentire a chi ti circonda. Specialmente a chi soffre vedendoti soffrire. Appunto per questo cerco in tutti i modi di poterlo evitare. Non ho mai provato un sentimento simile. Mai nella mia vita. Anche questo mi fa star male..ed aggiungere sofferenza a sofferenza, come mattoncini lego perfettamente incastrati tra di loro, non mi dona, al contrario di come accadeva invece quando ero piccolino, alcuna soddisfazione intrinseca o qualsivoglia senso di completezza..anzi..tutt’altro. Come vorrei che fossero piccini, numerosi e variopinti..colorati e sgargianti come quello giallo poggiato sulla mia mensola sopra i fornelli. Quello si che è un parallelepipedo sorridente. E quando lo guardo, non posso fare altro che sorridergli di rimando. Non esistono parole che possano esprimere come mi sento. È la prima volta..c’è sempre una prima volta, anche quando meno te lo aspetti. Anche quando ti godi un tramonto da una prospettiva inedita, ma con una splendida, imparagonabile luce negli occhi. Abbracciare quella luce è un dono, ed io questo non lo dimentico. Mai.

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