1989: Ritagliata in un austero ed elegante tubino scuro, Anna scendeva giù per i 12 scalini illuminati d’azzurro del teatro Ariston, per raggiungere Fausto; giusto il tempo di metterlo in imbarazzo per i suoi evidenti 3 pollici in più d’altezza (tacchi esclusi) e via a cantare la canzone che poi avrebbe vinto il Festival. Ma, nonostante la splendida acconciatura anni ’30 della Oxa, tutto ciò non fa una piega. Ben più importante l’intuizione del caro Sir Timothy John Berners-Lee, che intravide nel suo strumento di condivisione dati una “leggerissima” prospettiva di diffusione su scala mondiale. www.avevaragione…. il “.com” glielo aggiungo io, come menzione d’onore. Ma tutto ciò, nonostante io l’abbia digitato senza errori, non fa testo. Ben più significative le urla confuse degli studenti in Piazza Tienanmen, tra le quali ad un certo punto si udì: «Perché siete qui? La mia città è nel caos per colpa vostra..Arretrate, giratevi e smettetela di uccidere la mia gente». Erano davvero queste le parole che quel pischello di Wang aveva avuto il coraggio di gridare in piedi di fronte ai carri armati Tipo 59 del governo cinese? Buh, chi lo sa…io continuo a non spiegarmi come – dopo 29 anni – le persone si ricordino più facilmente di quel primo episodio dei Simpson, piuttosto che della caduta formale del muro di Berlino. Ma tutto questo ora non ha importanza. Adesso chiudiamo gli occhi e facciamo finta di tornare indietro nel tempo. Atterriamo con il nostro Shuttle sulla caotica scrivania di quell’agenzia di comunicazione che, nel 1989 ovviamente, partorì il geniale spot dei biscotti Plasmon. Su quale foglietto di confusi appunti avranno conservato il brillante contenuto di quel jingle, quelle poche accessibili righe apparentemente disadorne? Secondo me costituivano l’augurio più bello e sincero che si possa fare ad un bimbo…e lo facevano danzando su un pasticcio di note, anch’esse semplici ma efficaci:
«Io crescerò, sicuro per il mondo andrò…»
e poi giù, verso l’epilogo di quel breve intervallo pubblicitario, con il tanto anarchico quanto essenziale smembramento delle regole grammaticali, per esprimere un concetto ancor più tenero, ma tuttavia eccezionalmente d’impatto:
«…più bellissimissimissimo sarò».
Quanti di quei bimbi son cresciuti?…e magari adesso se ne vanno sicuri per il mondo, con la certezza che tanti di quei loro silenzi che gridano vita rappresentino un vero incanto per chi sa ascoltarli e coglierli? Quanti di loro saranno adesso – per chi ha il dono di stargli accanto – autentica gioia, rifugio e passione? Non è un’impresa ardua fare i grandi, è difficile invece riuscire ad avere sempre quel bimbo dentro te, vivere la pura emozione di ogni scoperta…accarezzare il timore, il desiderio, il fascino dell’ignoto. Io intanto, prima di salvare il mondo…saluto Grace e mi siedo a mangiare i miei biscottini…e lo faccio qui, in un posto talmente simile al mio cuore da sembrarmi casa, su questa cima sovrastante ed incontaminata, in questo luogo intatto, vergine, selvaggio…su questo paradiso di promesse, sopra il monte più alto del mondo a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.