Ombre e delirio. Pazienza, tanto le cose, giusto o sbagliato che sia, vanno per un verso. Eccone uno: Bau! Naufrago nuotando sprovvisto di braccioli nel latte coi cereali..l’ultimo fiocco mi guarda, lo guardo..e mi guarda..nessun prigioniero, nessuna pietà. Gnammy. Un istante, anzi..un secondo e non ci sei più..a volte anche un contorno. Quando i fondi lo consentono, ci metto quaranta secondi per aver ragione d’un bancomat, qual è il problema? Ok, è vero, non adoro le simmetrie, sarà per questo che preferisco il triangolo scaleno all’isoscele..tanto, vóta e furrìa, la somma degli angoli interni è sempre 180 gradi. Angolo-giro lo chiamava la prof.ssa Maimone. Un giro completo del Parco Cristallo? Nessun dubbio, sette minuti esatti. Piccoli quesiti di un pomeriggio quasi insignificante. Ti è morto mai qualcuno davanti? Hai mai assistito allo sbocciare di un fiore? Hai mai pianto alla contemplazione dal vivo di Amore e Psiche del Canova? Mi sfogo e non rispondo, ma c’è un tempo per ogni cosa. Se qualche interferente endocrino col sorriso distaccato da polimero assume i contorni d’una fisima, son capace di lavare i piatti quattro volte al giorno, qual è il problema? Squilla il telefono, non rispondo. Non ricordo perchè. Mi ricordo invece l’odore della puntina del giradischi…e di tutti i vinili ammucchiati in file di scaffali interminabili, sconfinati..come la mia curiosità, la mia voglia di ascoltarli tutti, con una candela accesa e con la finestra aperta. Esiste sempre una speranza per coloro i quali lasciano che l’ispirazione li trafigga, così come c’è sempre una caffetteria a Cambridge che cerca un lavapiatti. Non sarebbe inopportuno farci un pensierino. Puó la vera saggezza risiedere nella consapevolezza che un malessere sia un ricordo anzichè una promessa? Forse non esiste scelta che nei suoi presupposti non sia anti-caotica…ma per adesso il suo peso ha la stessa consistenza di un nemico che sa solo nascondersi. Continuerai ad abbaiare, cagnolino…o comincerai a mordere?..