Yellowarrior

Le panchine grigie erano verdi una volta. Cosa ha mutàto il loro aspetto esteriore, la noia o l’attesa? Questa città ha bisogno di pioggia, e la pioggia non tarda a giungere. Se cammini distratto, di certo non ti accorgi della differenza tra una risata ed un pianto. Questa cittá allora ha bisogno di poesia, e la poesia è lì che brama propòsiti di exploit degni del più sfigato ma ispirato verseggiatore. La mia barba ha raggiunto soglie allar-mistiche, io mi accorgo di quanto mi piaccia camminare in diagonale ed ho speso gli ultimi bezzi che avevo in saccoccia per un gelato al Bacio, il che può essere annoverato però sotto la voce – automoìne – un po’ come gli svenevoli lezi casalinghi che mi concedo quando arrivo con l’acqua alla gola: quando tutto gira da schifo, coccole a duecento gradi per venti minuti circa e olio rigorosamente a crudo. Scarpe sul tavolino [così mi rimprovero da solo...] e Cerasuolo di Vittoria. Davanti alla tv c’è meno freddo, ma io voglio a tutti i costi la maglietta della Sampdoria indossata domenica scorsa..certo che quer viperetta de’ Ferrero ne sa una più del demonio, eh? Colpa delle stelle secondo me, e un po’ anche secondo Giovannino Verde, il nostro amicone dalla mano svelta originario di Indianapolis…chissà se è un tifoso dei Colts anche lui. Nel frattempo Fulgenzio ha ricominciato saggiamente a giocare a palla in autostrada e non è un male, considerando che ad esempio tra la Feltrinelli e l’ospedale Ferrar-8 ci sono appena due/tre km di distanza. Sulle sponde di un fiume che nella nostra Catania non esiste, mi siedo e leggo. Sto gustando un libro sull’introduzione alla storia del Cinema e sulla copertina c’è il mio cognome come parte integrante del sottotitolo, ma utilizzato come sostantivo plurale. Sufficiente per incuriosirmi, almeno tanto quanto l’audace sperimentazione creativa di quel pioniere che è stato Georges Méliès. Riesco a leggere anche sotto il ticchettìo delle gocce, la pioggia tanto è leggera ed inoffensiva, come i bisbigli di un delatóre..oggi di buon mattino il mio k-way stava scalpitando dentro lo zaino..“ok, ti accontento, anche se odori di secchiello e paletta, ma prima di tutto, pensiamo ai compiti di oggi”: Riflettere sui desideri a lungo e breve termine…Piano A: Se rinasco, voglio incarnarmi in un cuscino di un letto a due piazze, così non mi occorrerà una scusa per essere abbracciato tutti i giorni. Piano B: Se mi restano invece solo 14 ore di vita, voglio essere una brioscina, soffice ed al cioccolato. Coraggio, manca appena un lustro alla fine del XXI secolo.

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