My remedy, my clarity. EoT.

Ore 20:30. Meno di 3 ore al black-out. E’ misterioso come tra gli Spurs e i Miami Heat ogni partita faccia storia a sè. Se non altro ci guadagna lo spettacolo, il problema è che la mia testa era altrove e così non mi piace godermi i programmi televisivi. E’ come quando ho voglia di guardare un film nella più assoLùta tranquillità, ascoltare ed assimilare ogni singola battuta e invece non posso, per un motivo o per un altro. Ore 21:30. Meno di 2 ore al black-out. Leggo e rileggo quelle parole. Alcune le capisco, altre meno. Cinquanta e cinquanta? Sessanta e Quaranta? Boh. Certe volte mi chiedo soltanto se sia un mio difetto di interpretazione oppure se questa caustica attitudine venga posta innanzi ai miei occhi per farmi riflettere su qualcosa che evidentemente non cattura abbastanza la mia attenzione. Fatto sta che io il rimedio lo conosco. Lo conosco da sempre. E non è affatto una mera sensazione, è una consapevolezza. Prendo appunti…mi perdo, come al solito, in quell’oceano di benessere dell’Anima che vola trascinata dall’unico pensiero in grado di farla volare. Ore 22:30. Meno di 1 ora al black-out. Ritornano in mente quelle parole. Pronti, su…via. Di nuovo ogni ragione e sentimento come angeli e demoni a contendersi la dimora di quelle pulsazioni. A volte invece faccio come Scarlett O’Hara, suggerisco semplicemente a me stesso di non arrovellare il mio cervello con riflessioni troppo contorte e dispendiose e lascio perdere, assimilando il concetto del “ci penserò domani”. Non fa parte della mia filosofia, lo so, ma talvolta è il male minore. La musica degli Slayer sparata nei timpani per tutto il pomeriggio mi ha aiutato a non stressarmi oltremodo. Curioso, eh? Tom Araya & Company che vengono utilizzati come calmante. Inedito, direi…ma va bene così. O per lo meno…andava bene così. Il buio si avvicina. Ho ancora quella sensazione. Vorrei soltanto riuscire ad esprimerla nel modo più semplice possibile, nel modo più concreto possibile, nel modo più pratico, nel modo più diretto, nel modo più risolutivo, nel modo più sincero possibile. Non sono confuso, anzi…tutt’altro: è tutto molto chiaro. Ed esattamente nell’istante in cui ogni cosa appare limpida, nel momento in cui i miei occhi si inumidiscono nella gioia della comprensione…arrivano ancora una volta le tenebre, ad avvolgermi con la loro cinica oscurità. Sono le 23 e qualcosa…perchè sono declive sul pavimento della stanza da letto? Black-out. Fine delle trasmissioni.

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