La piccola bottega degli errori

Scegli te stesso. Il sistema, tanto, ti ha già selezionato…e sai bene cosa c’è in palio: l’estinzione della personalità, l’eclissi della dignità e l’adeguamento a tutto ciò che ogni giorno non fa altro che trasfondere nella tua testa la rinuncia a qualsiasi genere di espressione soggettiva. Sei un esanime automa, stai progressivamente assumendo le sembianze di una macchina, esattamente come quelle che ogni giorno impoveriscono i nostri neuroni, trasformando le loro connessioni in sinapsi-nerd di 48 chili che – nella palestra del cervello – fanno i selfie anziché il crossfit.

Scegli la confusione. Che diamine te ne fai delle relazioni defunte? Non possiedi biancheria intima firmata. Non hai maglioni di cachemire né camicie di seta nel cassetto, perché l’unica cosa che sei eventualmente in grado di spacciare è qualche sorriso (a prezzi più che concorrenziali tra l’altro).

Scegli una birra o una chiacchierata. Hai uno smartphone che usi al 2% delle sue capacità e lo infili in una giacca che, a confronto con quella di alcuni “conterranei-extracomunitari” – gli stessi che chiedono gli spicci fuori dalla Coop con auricolari bluetooth, scarpe moderne e jeans trendy – è il cappotto di Mastro Geppetto.

Scegli un profilo anti-social (ma giammai misantropico) sul quale pubblichi sette volte l’anno, così quando morirai… la polizia scientifica - in sinergia con quella postale – potrà stabilire se la colpa è del tutto tua, oppure se sei rimasto invischiato in un losco giro di pusher di minchiate col botto. Cosa non impossibile da queste parti…Qui la gente è ancora convinta che il piccolo Adolf, si..proprio lui…il ciccio-bombone leader del nazionalsocialismo anni ’30 ma in realtà poco più di una staffetta-portaordini austriaca affetta da evidenti complessi di inferiorità fisica e mentale, sia ancora vivo. E poi il Terzo Mondo sarebbe quello che riempie i barconi? Ma dai!

Scegli la gomma da cancellare. Nessuno sa cosa mangi a colazione, a volte neanche il tuo stomaco. Per secernere un’adeguata quantità di bile da iniettare sapientemente nel duodeno è sufficiente osservare per due millisecondi l’inguardabile foto random di una tua vecchia fiamma.

Scegli di camuffare il tuo blog da diario vintage, da fogna old-style con la copertina plastificata opaca, sprovvista di serratura, dai contenuti incerti e fuorvianti, ma non di certo simile ad un programma live come “tutte le tue seghe minuto per minuto“. Adora le interazioni umane e disprezza certi luoghi comuni. Chi l’ha mai letta davvero una rivista da sala d’attesa o abbassato lo sguardo in un ascensore stretto?

Scegli di cambiare la tua opinione sull’aborto ogni 2 ore, prova a non parlare mai alle spalle. Circa argomenti sui quali non sei ferrato, non ti avventurare. Se non conosci, chiedi. Se vuoi approfondire, leggi. Guardati attorno con inestinguibile curiosità…e non come un tredicenne del 1988 con in mano una rivista porno, ma come Charlie Bucket nella Fabbrica di Cioccolato..anche perché, quando non sono iniettati di sangue, i tuoi occhi possono essere oltremodo sinceri.

Scegli il caos, l’incertezza, tanto non avrai mai una pensione, né un contratto a tempo indeterminato, una settimana bianca o la visita fiscale di un medico. Solo cumuli di bollette arretrate, alti come le torri gemelle fino al 10 settembre, salutari e solitari attimi di dolore in confezione singola da affogare puntualmente in bicchieri riempiti per tre-quarti di alcool come si deve.

Scegli di non raccontarti bugie. Ogni cazzo di speranza non realizzata è arrivata sempre genuinamente. Raramente puoi aver desiderato di agire diversamente da come in realtà hai fatto. Ogni tanto morditi le labbra, semmai… pensando di aver combinato montagne di sciocchezze. Ma – ahimè – le rifaresti…e lo sai. Non da tutti gli errori ti è concesso di imparare e la ciclicità della storia, della tua storia, lo dimostra. Sei la strafottuta cartina-tornasole di ciò che scegli di essere.

Scegli che siano gli altri a farsi domande. Non hai un maledetto niente con il quale riconciliarti, né lentamente né rapidamente. Alza lo sguardo, fissa le stelle e immagina tutte le forme che ti pare, non hai una lira e anche se ce l’avessi non sapresti cosa fartene (salvo fruttiferi, legittimi ed effimeri eccessi alla George Best). Non hai bisogno di fare buon viso a cattiva sorte, dormirai benissimo la notte e opterai per tenere comunque il broncio, pur non rinunciando alla tua felicità micro-porzionata.

Scegli la sostanza. Il futuro dopotutto è un’illusione per banchieri e politicanti, per criminali e profughi. La vita vera è tutto quello che c’è…e che tu scegli che ci sia, tutto il resto conta poco. Chi se ne frega se Master Chef va in onda il giovedì o l’anticipo di Serie A il sabato?… chi se ne frega se – quando torni sfatto alle 3 – vedi code di infoiati al McDonald’s? Non ti serve il Crispy McBacon, non ti serve un’auto che vada a più di 130, non ti serve sapere come si chiamano di cognome i tuoi vicini di casa, non ti servono i bicchieri di plastica…

Non ti serve niente in fin dei conti, Lù… solo sapere quale altro sbaglio potrai commettere da qui a domani.

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