Il gioco del silenzio

È così che funzionava: ti alzavi, andavi alla lavagna, raccoglievi il gessetto da sopra la spugna, andavi davanti alla cattedra, faccia alla classe, mettevi le mani dietro la schiena e con attenzione nascondevi il gessetto in uno dei due pugni, cercando di non far capire esattamente se a destra oppure a sinistra. Guardavi verso i banchi, sceglievi un compagno e quest’ultimo, alzandosi e presentandosi al tuo cospetto, era chiamato ad indovinare dove tu avessi nascosto il gessetto. Fifty-fifty, 50% di possibilitá, come un extra-point dopo un touchdown. Sbagliava? Tornava a posto. Indovinava? Si prendeva il gessetto ed a posto tornavi tu. Era sufficiente questa suspence per generare il silenzio. Aspettativa ed attenzione. Strategia e rispetto. Tutto era sospeso come in un magico equilibrio delle parti. Come in una bolla imperturbabile. Io non sorrido mai. Non sorrido più. Anche perchè la funzione ed il meccanismo del sorriso son direttamente proporzionali al benessere interiore. Sono come un giocattolo, se perdo il mio scopo, mi inceppo, non funziono, sono rotto, devo essere aggiustato. Non esistono persone perfette, esistono equilibri perfetti.

3 thoughts on “Il gioco del silenzio

  1. già il gioco del silenzio echi non lo ricorda solo che io ero sempre scelta perchè non parlavo mai e tutti mi sceglievano per questo e devo dire che un pò mi infastidiva ma oggi a distanza di tempo mi rendo conto che non sbagliavano a scegliermi perchè a volte è meglio stare zitti non vale la pena parlare con persone che non ti stanno ad ascoltare o meglio fanno finta di non sentirti e qui un muro ti separa da loro

  2. Ogni buona relazione dovrebbe rispettare l’equilibrio dinamico… e in realtà anche i nostri stati d’animo… dov’è il senso di una comunicazione unilaterale? Ogni istante ci appartiene ed è assolutamente perfetto per quanto indefinito sia e anche se in quella frazione di tempo non sorridiamo e non sappiamo per quanto tempo sarà così, possediamo la consapevolezza che non è permanente… tutto scorre ed è tutto un gioco di equilibri dinamici. Il silenzio ne è parte. Se perdi il tuo scopo Semplicemente ascolta il tuo istinto …quello che il giocattolo non possiede.

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